Post by Mr. TatooSecondo me, invece hanno ragione.
Si tratta dell'applicazione del postulato della competenza, con il suo
corollario relativo alla correlazione tra costi e ricavi.
Il c.c. impone di esporre i ricavi al netto, tra l'altro, dei resi. Ma deve
trattarsi dei resi che vanno a rettificare i ricavi di competenza
dell'esecizio. Altrimenti si avrebbe una commistione di componenti di segno
opposto relativi ad esercizi diversi, a sacrificio della comparabilità dei
bilanci.
I resi di beni la cui vendita ha costituito ricavo in esercizi precedenti,
vanno contabilizzati nell'area straordinaria del c.e., dove vengono appunto
rilevati i "componenti di reddito relativi ad esercizi precedenti".
Giuste considerazioni senz'altro.
Però io vedo - può darsi che sia anche una questione di
miopia - una gran differenza fra un credito perso perché
un cliente si è evaporato con tutti i suoi beni o perché
un ladro mi ha svuotato la cassa o perché il mio pagliaio
è andato a fuoco senza che io sia assicurato, e un credito perso
perché contrattualmente mi torna in magazzino una
partita di merce che posso tranquillamente rivendere.
Per quegli accadimenti userei senz'altro il conto sopravvenienze
per questo accadimento proprio no.
Potrei rettificare in Dare di c/Vendite, imputare in Dare
di c/Acquisti, usare altri conti, ma non le sopravvenienze.
Comunque quot homines, tot sententiae.
È stato un piacere scambiare opinioni.
Bruno
Post by Mr. TatooPost by Bruno CampaniniMa per i "resi" no!
La fattispecie è diversa: la contropartita alla rettifica del
componente di reddito (costo/ricavo) è il reso della merce.
Ma la contropartita direi che è il debito verso il fornitore per la nota di
credito..
Sì certo, ho usato un'espressione infelice.